I gioielli con ametista sono tra i più affascinanti e suggestivi che si possano indossare: ecco qual è la loro storia e quali sono le loro caratteristiche. Ne parliamo con gli esperti della Gioielleria Online Szulin.
Conosciuta sin dai tempi più antichi, la pietra di ametista veniva ritenuta dagli Egiziani, dai Babilonesi e dai Sumeri una specie di talismano. I cinesi, invece, erano soliti utilizzarla per la conservazione di unguenti di guarigione, balsami e spezie. In epoca medievale, tale pietra riscuoteva l’apprezzamento del clero cattolico in quanto si pensava promuovesse il celibato: non a caso veniva definita pietra papale, e questo è il motivo per il quale i vescovi ancora oggi sono soliti indossare anelli di ametista.
Le caratteristiche della pietra
La pietra rientra nella categoria dei quarzi macrocristallini, cioè formati da cristalli grandi: una famiglia di cui fanno parte anche l’occhio di tigre, il quarzo rosa e il citrino. Si tratta di una gemma di tipo II, il che vuol dire che può essere caratterizzata da lievi inclusioni che a occhio nudo non si possono notare con facilità quando la colorazione è scura; diverso è il discorso per le pietre verdi, rosa o color lavanda. L’estrazione di questa varietà di quarzo avviene in varie parti del mondo, da miniere piene di cristalli; lo Zambia, il Madagascar, l’Uruguay e il Brasile sono i produttori principali. Ci sono pietre di dimensioni importanti, fino a 20 carati, e questo è il motivo per cui l’ametista è stata utilizzata, fra l’altro, per abbellire gioielli reali, come quelli di Vittoria di Svezia. L’ametista è una pietra nella maggior parte dei casi naturale; visto che non costa molto, un trattamento termico sarebbe poco vantaggioso dal punto di vista economico.
Quanto vale l’ametista
L’ametista alcuni secoli fa veniva paragonata, per valore, al rubino, allo smeraldo, allo zaffiro e al diamante, a maggior ragione nel caso in cui la provenienza fosse quella dei Monti Urali in Russia. Il prezzo della pietra è calato in modo drastico da quando sono stati rinvenuti giacimenti importanti in molti altri Paesi del mondo, a cominciare dal Brasile. La rarità, pertanto, non è il parametro a cui si ricorre oggi per la valutazione di un’ametista. Piuttosto, si fa riferimento al colore. Maggiore è l’omogeneità del colore, più elevata è la qualità della pietra, il che porta a innalzare il suo prezzo. È importante che il colore sia intenso e che sia privo di sfumature grigie o marroni.
I colori dell’ametista
Ma quali sono allora le tonalità cromatiche tipiche dell’ametista? Si spazia dal viola intenso al rosa pastello, con diverse tinte intermedie che variano a seconda della presenza di ferro. Ci possono essere, quindi, pietre lilla o color lavanda, ma anche ametiste di tonalità più scure, vicine al bluastro, contraddistinte da sfumature rosa o rosse, come quelle che arrivano dalla Russia, dove per altro le miniere sono state svuotate. Dallo Zambia provengono le ametiste porpora chiaro, mentre se si ha a che fare con pietre color blu profondo o violacee è molto probabile che esse giungano dall’Arizona o dall’Uruguay.
L’ametista e i gioielli
I gioiellieri e i tagliatori manifestano una particolare predilezione nei confronti dell’ametista, una gemma che è disponibile in una grande varietà di forme. I tagli sono molteplici: a cuscino, a goccia, e cuore e così via. Con le ametiste si possono realizzare sia bracciali che collane, ma anche orecchini e anelli. La versatilità, insomma, è il punto di forza di questa pietra, che è in grado di valorizzare sia i look più casual che gli outfit più eleganti. Il consiglio è di non abbinare l’ametista a vestiti dai colori troppo vistosi o appariscenti.