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Come ridurre la pancia: consigli da non perdere | Incontemporeanea.it
23/11/2024
donna magra

Il grasso sulla pancia non è solo poco gradevole dal punto di vista estetico. Si tratta di una tipologia di adipe molto pericolosa. Quando lo si chiama in causa, infatti, si parla per la precisione di grasso viscerale, in grado cioè di depositarsi sugli organi interni, compromettendone la funzionalità. Come ridurlo? Nelle prossime righe di questo articolo, cerchiamo di rispondere assieme a questo interrogativo.

Attenzione allo stress

Il grasso viscerale vede, nella maggior parte dei casi, tra i fattori causali che lo provocano un forte livello di stress. Il cortisolo, ormone che il nostro corpo inizia a secernere nel momento in cui avverte la necessità di entrare in uno stato di allarme per via di una situazione difficile, provoca infatti un accumulo di adipe a livello addominale e non solo. Anche la schiena è una zona “incriminata” da questo punto di vista.

Un altro aspetto da rammentare riguarda il fatto che, quando i livelli di cortisolo nel corpo sono eccessivi, aumenta anche la glicemia. Gli zuccheri che non vengono smaltiti, si accumulano sotto forma di grasso nella regione addominale.

Per spezzare il circolo vizioso appena citato, si può iniziare ad agire sul proprio stile di vita. Qualche consiglio? Spegnere i device tecnologici la sera e dedicarsi, per quanto possibile, ad attività fisica e passatempi rilassanti come la lettura.

Colazione? Meglio proteica

Chi ha problemi legati all’eccesso di grasso addominale, può trovare nella colazione proteica una preziosa alleata. Come mai? Perché aiuta a non far salire la glicemia durante la giornata. Ricordiamo che, a fronte di un aumento dei livelli di glicemia, si ha a che fare anche con i cali repentini, che portano all’assunzione, spesso incontrollata, di alimenti caratterizzati dalla presenza di zuccheri semplici.

Un consiglio molto utile per una colazione ancora più salutare? Associare alla quota proteica dei cereali integrali, così da fare il pieno di fibre e carboidrati complessi (ossia a lento assorbimento).

Il valore dell’integrazione

La supplementazione, se ben gestita, può rivelarsi decisiva nei percorsi di riduzione del girovita (ricordiamo che la soglia d’allarme corrisponde a 80 centimetri nel caso delle donne e a 90 nell’uomo).

Quello che conta è consultare il medico prima di assumere gli integratori – deve esserci un’effettiva situazione di carenza alimentare – e orientarsi verso prodotti che, come Reduslim, sono caratterizzati da ingredienti bruciagrassi di origine naturale. Qualche esempio? La caffeina e la radice di Yacòn.

L’allenamento giusto

Quante volte le persone con un po’ di pancetta si sono sentite consigliare di fare attività fisica? Sempre! Attenzione, però: bisogna scegliere l’allenamento giusto. Dati alla mano, la soluzione migliore da seguire è quella dell’attività fisica di tipo aerobico. Si tratta di un approccio al workout che si contraddistingue per uno sforzo non eccessivo ma prolungato nel tempo. Esempi famosi da chiamare in causa quando si parla di attività aerobica sono la camminata e il nuoto.

Anche solo 30 minuti di allenamento aerobico al giorno possono aiutare se si è costanti. Questa tipologia di workout andrebbe associata a esercizi mirati alla tonificazione dei muscoli dell’addome.

L’importanza del sonno

Concludiamo con un consiglio che potrebbe apparire banale, ma che in realtà non lo è affatto. Per dimagrire la pancia, è nodale dormire bene. Qual è il ruolo del sonno quando si parla di riduzione del grasso addominale? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo ricordare che le cellule adipose del corpo umano producono un ormone noto con il nome di leptina.

Grazie ad esso, il corpo riceve tutte le informazioni relative alla quantità di energia potenziale che ha immagazzinato. Dal momento che la sintesi di leptina raggiunge il suo picco durante le ore notturne, dormire poco ne compromette i livelli. Il risultato? Il corpo non è più in grado di capire quanta energia ha a disposizione e tende, di riflesso, ad accumulare grasso per far fronte a possibili periodi di penuria di cibo.